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Proteste civili e crisi politica a Colombo

Le proteste “Go Gota Home” divampano nel sud dell’isola  

Continuano le proteste dei civili contro il regime Rajapaksa per la “cattiva” gestione della crisi economica che sta mettendo a dura prova l’intera isola. Una delle peggiori crisi economiche che ha colpito lo Sri Lanka causando un drastico aumento del costo della vita e costringendo milioni di persone a sprofondare nella povertà. La cattiva gestione del governo ha prodotto ingenti debiti e una diminuzione delle riserve estere, impedendo allo Sri Lanka di permettersi l’importazione dei beni di prima necessità. Le proteste divampate principalmente nel sud dell’isola hanno raggiunto il culmine la settimana scorsa con una manifestazione di fronte alla residenza del Presidente Gotabaya Rajapaksa per chiedere le sue dimissioni. Decine sono stati i feriti e gli arrestati, tra cui molti giornalisti aggrediti dalle forze di sicurezza.

In risposta ai crescenti disordini dovuti alle proteste per il deterioramento della crisi economica, il governo dello Sri Lanka ha emesso un coprifuoco di 36 ore in vigore fino alle 6 di questa mattina, 4 aprile 2022. Nonostante il coprifuoco, le proteste sono continuate con schieramento di convogli militari nella capitale Colombo. Le autorità hanno arrestato oltre 664 manifestanti nella provincia occidentale per aver violato il coprifuoco.

Anche gli studenti di diverse università hanno deciso di unirsi alle proteste antigovernative. Gli studenti dell’Università di Peradeniya hanno organizzato una protesta a Kandy, nonostante la massiccia presenza delle forze governative. Anche centinaia di studenti dell’Università di Jaffna si sono radunati chiedendo la fine del regime Rajapaksa e la fine della crisi economica.

Oltre alla limitazione di movimento, sono state segnalate anche restrizioni delle principali piattaforme di social media tra cui Twitter, WhatsApp e Facebook. Il blocco provvisorio dei social media e il coprifuoco, secondo molti critici, rappresentano una violazione del diritto alla libertà di riunione, sancito dalla stessa costituzione dello Sri Lanka e che le azioni intraprese dal governo Rajapaksa hanno lo scopo di ostacolare l’organizzazione civile.

Protesta degli studenti dell’Università di Peradeniya – Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com
Protesta degli studenti dell’Università di Peradeniya – Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com
Protesta degli studenti dell’Università di Jaffna- Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com
Protesta degli studenti dell’Università di Jaffna- Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com
Protesta degli studenti dell’Università di Jaffna- Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com

Proteste oltre oceano

Proteste contro l’amministrazione di Gotabaya stanno avendo luogo anche in diverse altre parti del mondo come Londra, Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti e Canada. I manifestanti espongono cartelli con la scritta “Basta abusare lo Sri Lanka” e “Vai a casa Gota”. Proteste organizzate in seguito allo stato d’emergenza, il coprifuoco e il divieto dei social media, recentemente revocato.

Proteste oltre oceano – Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com
Proteste oltre oceano – Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com

Dimissione dei ministri e il nuovo Gabinetto

Il 3 aprile 2022 sulla scia delle continue proteste antigovernative tutti i ministri del Gabinetto, ad eccezione del Primo Ministro dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa, hanno consegnato le proprie dimissioni.

A questo proposito il Parlamentare Dinesh Gunawardena ha dichiarato:

“Tutti i ministri hanno presentato le loro dimissioni in modo tale che il Presidente possa costituire un nuovo Gabinetto. Il Primo Ministro continuerà a svolgere le sue funzioni”.

Tra le dimissioni spicca anche quella di Namal Rajapaksa, ministro dello sport e della gioventù e figlio di Mahinda Rajapksa. Quest’ultimo ha criticato la decisione dello zio Gotabaya Rajapksa nel bloccare le principali piattaforme di social media.

 L’ex ministro Wimal Weerawansa ha dichiarato ai giornalisti: “Data l’attuale situazione del Paese riteniamo che l’attuale Gabinetto non possa funzionare per affrontare questa crisi. Pertanto chiediamo che il governo venga sciolto e che venga raggiunto un accordo tra i diversi partiti per un governo ad interim”.

Infatti a poche ore dalla dimissione dell’intero Gabinetto del governo dello Sri Lanka, Gotabaya ha annunciato la costituzione di un nuovo Gabinetto costituito da quattro ministri tra cui Ali Sabry nominato Ministro delle Finanze, Dinesh Gunawardena nominato Ministro dell’istruzione, Johnston Fernando nominato Ministro dei trasporti e GL Peiris Ministro degli Affari Esteri. Non è chiaro se si tratti di incarichi temporanei.

La presa di posizione della patria Tamil Eelam

Mentre nel sud dell’isola hanno luogo diverse manifestazioni nonostante l’annuncio del coprifuoco, nella patria tamil nel nord-est dell’isola molti hanno deciso di non protestare e rimanere nelle proprie abitazioni. Le famiglie tamil delle persone scomparse avrebbero dovuto manifestare ma i loro piani sono stati annullati in seguito alla dichiarazione di stato di emergenza. Una manifestazione in programma per chiedere la protezione dei parenti delle persone scomparse dopo che la polizia si era scontrata il mese scorso con i manifestanti che avevano tentato di protestare contro la visita del Primo Ministro a Jaffna.

Così commentano i Tamil di Jaffna: “Queste proteste non faranno nulla per il nostro popolo. Non hanno protestato quando le bombe venivano sganciate su di noi o quando venivamo uccisi in massa. Coloro che stanno protestando ora, appena otterranno cibo e carburante a sufficienza, si dimenticheranno di noi. Un cambio di governo significherà solo un altro gruppo di cingalesi nazionalisti al potere”.

Nel nord-est dell’isola durante il coprifuoco molti negozi sono stati chiusi e le strade erano completamente vuote. Ma nonostante ciò è stata notata un’assidua presenza delle forze di sicurezza dello Sri Lanka. La polizia ha pattugliato le strade ed interrogato la gente del posto assicurandosi che solo i servizi essenziali fossero attivi.

Strade nella patria Tamil Eelam pattugliate dalla polizia – Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com
I Tamil nel nord-est dell’isola decidono di rimanere nelle proprie abitazioni – Fotografia per gentile concessione di Tamilguardian.com

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