Lo Sri Lanka non rispetta la scadenza del Comitato contro le torture delle Nazioni Unite
Il Comitato contro le Tortura delle Nazioni Unite ha notato che lo Sri Lanka è tra le nazioni che non hanno presentato il proprio rapporto entro il termine stabilito.
Il Comitato è composto da 10 esperti indipendenti e controlla l’attuazione della Convenzione contro la Tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti da parte degli Stati aderenti. Ogni quattro anni, tutti gli Stati che fanno parte sono tenuti a presentare al Comitato una relazione sull’attuazione dei diritti umani e delle precedenti osservazioni.
Nell’ultimo rapporto del Comitato, risalente al 2016, gli esperti hanno espresso serie preoccupazioni al ricorso di “tortura di routine” da parte delle forze di sicurezza dello Sri Lanka e hanno chiesto un organismo indipendente per indagare su quest’ultima. È stata inoltre evidenziata la continua pratica dei così detti rapimenti di Tamil con i “furgoni bianchi” e il rapimento con torture brutali, quali violenza sessuale e stupro di uomini e donne, dei sospettati di ex membri delle Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam (LTTE). Il rapporto ha anche identificato 48 luoghi di tortura.
In particolare, i risultati del 2016 hanno rivelato un legame tra gli episodi di tortura e l’ex capo dell’intelligence nazionale dello Sri Lanka, Sisira Mendis. Il suo nome compare nelle indagini dell’ONU come responsabile di uno dei peggiori luoghi di tortura alla fine del conflitto armato.
Il Comitato delle Nazioni Unite contro le Tortura chiede di indagare sulla “tortura di routine” in Sri Lanka. Dalla presidenza di Gotabaya Rajapaksa nel 2019, numerosi Tamil e Musulmani continuano a essere detenuti ai sensi della draconiana legge “Prevention of Terrorism Act (PTA)”, storicamente utilizzata per mascherare le diffuse sparizioni forzate, la tortura e la violenza sessuale da parte delle forze di sicurezza contro detenuti sia uomini che donne.
Un rapporto dell’International Truth and Justice Project (ITJP),pubblicato nel settembre 2021, evidenzia casi di rapimento, tortura e stupro di Tamil nel nord-est. Inoltre viene evidenziato come la “nuova generazione di tamil” venga vittimizzata per esercitato i propri diritti costituzionali, come le proteste o le richieste di responsabilità.
Alla luce delle crescenti detenzioni arbitrarie ai sensi della PTA e del deterioramento della situazione dei diritti umani nello stato, l’Unione Europea (UE) ha chiesto sanzioni allo Sri Lanka in caso non venisse abrogata la legge “Prevention of Terrorism Act”.