ONU: accogliamo le nuove riforme, ma le preoccupazioni rimangono
Secondo il rapporto pubblicato il 25 Febbraio dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Office of the High Commissioner for Human Rights- OHCHR), sebbene lo Sri Lanka abbia adottato nuove misure in ambito legale, istituzionale e nel settore della sicurezza, sono necessari ulteriori provvedimenti da parte del governo.
Nella sua dichiarazione, infatti, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet, pur riconoscendo i tentativi delle autorità srilankesi nell’avviare le riforme, ha comunque espresso profonda preoccupazione circa una serie di violazioni verificatesi nel paese.
Ostacoli alla accountability
Secondo quanto dichiarato dalla portavoce dell’OHCHR Ravina Shamdasani ai giornalisti di Ginevra, sono state riportate frequenti battute d’arresto da parte dello Sri Lanka rispetto alla accountability assunta per le precedenti violazioni dei diritti umani, e rispetto al riconoscimento dei diritti delle vittime attuali.
Shamdasani ha affermato, tra l’altro, che “l’Alto Commissario sottolinea specialmente la continua situazione precaria delle famiglie degli scomparsi, formate prevalentemente da donne”, e che si esorta il governo a riconoscere le sofferenze di queste vittime, a determinare urgentemente il luogo e le condizioni in cui si trovano, a fornire adeguati risarcimenti e ad assicurare i colpevoli alla giustizia“.
Sorveglianza e molestie
Il rapporto, preparato in vista del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, prende anche atto delle continue tendenze alla militarizzazione e al nazionalismo etnico-religioso, i quali “sgretolano le istituzioni democratiche, incrementano la pressione contro le minoranze e ostacolano il processo di riconciliazione“.
Inoltre, persistono gli episodi (segnalati, peraltro, in precedenti relazioni dell’ONU) di sorveglianza e molestie perpetrati dalle forze di sicurezza srilankesi contro attivisti, giornalisti e vittime di precedenti soprusi, soprattutto nel nord e nell’est dell’isola.
Shamdasani afferma, in più, che il disegno di legge per l’emendamento alla legge sulla prevenzione del terrorismo (PTA) presentato al Parlamento all’inizio di questo mese rappresenta un importante punto di partenza.
“L’Alto Commissario accoglie con favore la proposta di aumentare la possibilità ai magistrati di visitare i luoghi di detenzione, lo sveltimento dei processi e l’abrogazione della sezione 14, che imponeva gravi limitazioni alla stampa“, ha aggiunto.
Verso la pace e la riconciliazione
Tuttavia, Shamdasani ha anche dichiarato che altre proposte emendative, al contrario, non rispettano pienamente gli obblighi internazionali dello Sri Lanka in materia di diritti umani, in quanto lasciano intatte alcune delle disposizioni più “problematiche” del PTA, che hanno portato a presunte violazioni dei diritti umani, tra cui detenzione arbitraria e tortura.
Dal mese di giugno, più di 80 sospettati detenuti sotto il PTA sono stati rilasciati. L’OHCHR riconosce questo segno di progresso, ma continua ad esortare le autorità a limitare l’esercizio abusivo della suddetta legge.
Infine, la portavoce dell’OHCHR ha affermato che “lo Sri Lanka otterrà una riconciliazione duratura solo se garantirà istituzioni indipendenti e inclusive, ponendo fine all’impunità sistemica”.