Diritti Umani | Genocidio | Geopolitica

La polizia scozzese non rinnoverà il contratto con la polizia dello Sri Lanka

La polizia scozzese ha informato l’Alta Commissione del Regno Unito in Sri Lanka che non estenderà il loro contratto di formazione con le forze di polizia nel marzo 2022 a causa delle attuali preoccupazioni circa il deterioramento dei diritti umani.

Facendo questo annuncio Lain Livingstone, capo della polizia scozzese ha affermato:

La nostra formazione nello Sri Lanka è stata sospesa all’inizio del 2020. Da quel momento non ci siamo più schierati nello Sri Lanka, perché la valutazione della Sicurezza e dell’Assistenza Giudiziaria all’Estero (OSJA), esige una revisione sulle attuali questioni di sicurezza e diritti umani nella regione che sono cambiate dopo la fine della guerra civile nel 2010 [n.d.r. 2009]. Pertanto, non ci saranno ulteriori schieramenti della polizia scozzese nello Sri Lanka per il resto del periodo concordato, che terminerà a marzo del 2022. Inoltre, abbiamo scritto all’alto commissariato britannico a Colombo per avvisare che non cercheremo di rinnovare l’impegno a sostegno della polizia nello Sri Lanka. Rimaniamo ovviamente impegnati a sostenere lo sviluppo internazionale dei servizi di polizia in tutto il mondo, in modo da poter rafforzare e consentire i diritti umani. Possiamo sottolineare i valori che ci stanno a cuore quali integrità, equità e rispetto. Tali valori saranno sempre al centro del lavoro che svolgiamo in Scozia e al centro di tutto ciò che facciamo a livello internazionale.

Quest’annuncio arriva dopo anni di campagne di sensibilizzazione affinché la polizia scozzese ponesse fine al suo programma di formazione con lo Sri Lanka. All’inizio di questo mese, una lettera congiunta da parte dei parlamentari britanici e scozzesi è stata inviata sia all’Alta Commissione britannica sia alla polizia scozzese, esortandoli a terminare il programma e ad ascoltare le vittime che hanno subito ingiustizie da parte della polizia srilankese.

Nella dichiarazione congiunta si legge:

“Crediamo sia fondamentale che le voci degli attivisti per i diritti umani e di coloro che sono fuggiti dallo Sri Lanka o che sono ancora vittime da parte dello stato siano ascoltate.”

La lettera precisa ulteriormente gli abusi in corso di cui sono accusati gli ufficiali dello Sri Lanka:

“La persistenza di morti in custodia, l’utilizzo di torture, uccisioni extragiudiziali, rapimenti, torture, violenze sessuali ed altri maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine dello Sri Lanka continuano ad essere impuniti e devono essere indagate.”

Diverse organizzazioni per i diritti umani, tra cui il Progetto International Truth and Justice Project (ITJP), Freedom from Torture, Pax Christi Scotland, and Human Rights Watch, hanno sostenuto l’invito a porre fine a questo programma di formazione. Nel loro rapporto, Human Rights Watch ha sostenuto la necessità per i partner internazionali di sospendere il loro impegno con “le forze dell’ordine abusive dello Sri Lanka fino a quando non sarà dimostrata la volontà politica di affrontare la situazione”.

A questo proposito il direttore esecutivo dell’ITJP, Yasmin Sooka ha affermato:

“Questa è una grande vittoria per quelli che come noi hanno chiesto fin dal 2016 una revisione del programma di formazione alla luce delle accuse di tortura. La tortura continua ad essere praticata dalla polizia e dall’esercito dello Sri Lanka. La Comunità Internazionale deve concentrarsi sulla responsabilità per la tortura e gli abusi sistematici piuttosto che continuare a finanziare il programma di formazione.”

Reagendo all’annuncio della polizia scozzese, il giornalista investigativo Phil Miller ha dichiarato:

“È incredibilmente difficile per l’opinione pubblica cambiare la politica estera britannica nei confronti di un determinato paese. Ma dopo anni di rapporti investigativi, ricerche accurate e campagne dedicate da parte di un numero crescente di persone, la polizia scozzese ha finalmente dovuto fare i conti con le prove schiaccianti che il suo lavoro in Sri Lanka non aiutava i diritti umani. In effetti ha peggiorato la situazione, dando legittimità a una forza di polizia notoriamente repressiva. Resta da vedere se il Ministero degli Esteri del Regno Unito accetterà questa decisione o invece si affretterà a trovare un altro corpo di polizia in Gran Bretagna che subentrerà alla polizia scozzese”.

Similar Posts