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La neutralità dello Sri Lanka davanti alla crisi russo-ucraina

Il ministro degli Affari Esteri dello Sri Lanka, Jeyanath Colombage, ha recentemente dichiarato che il governo dello Sri Lanka non ha “preso posizione” sull’azione militare russa in Ucraina sostenendo, a tale proposito, che “ognuno può avere le proprie ragioni”. Inoltre, egli ha ribadito che lo Sri Lanka continuerà comunque a tenere sott’occhio la situazione.

La neutralità dello Sri Lanka è determinata principalmente dalla sua attuale situazione economica. Difatti, lo stesso Ministro degli Esteri poneva l’accento sul possibile impatto negativo sullo Sri Lanka nel pieno di una crisi economica fuori controllo: ad esempio, il paese si trova costretto a provvedere all’acquisto del carburante e del gas a scapito del mercato del tè, sebbene quest’ultimo sia uno dei settori più fruttuosi del paese, considerato il volume della merce esportata a livello mondiale.

A seguito della suddetta comunicazione da parte del ministro Jeyanath Colombage, un gruppo di turisti ucraini ha espresso il suo dissenso attraverso una protesta organizzata davanti dall’ambasciata russa a Colombo.

La comunicazione del Ministro, in particolare, è stata rilasciata solo pochi giorni dopo uno scambio epistolare tra il presidente russo Vladmir Putin e il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa, in cui Rajapaksa sottolineava come “le solide relazioni diplomatiche tra lo Sri Lanka e la Russia vengano messe a dura prova nel tempo”.

Negli ultimi anni, in effetti, i rapporti tra i due Stati si sono notevolmente consolidati. L’anno scorso, ad esempio, alcuni funzionari della sicurezza russa visitarono lo Sri Lanka, così come la Russia accolse il capo dell’esercito cingalese Shavendra Silva, nonostante egli sia accusato di crimini di guerra. Nel 2020, poi, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si fece carico di fornire lo Sri Lanka “delle armi di cui aveva bisogno”, e si recò in prima persona all’isola.

Lo scambio di missive tra i due leader avviene, però, in una fase critica per entrambe le parti: da un lato Putin affronta la minaccia di crescenti sanzioni da parte dei paesi occidentali per via delle azioni russe in Ucraina, dall’altro, lo Sri Lanka, in vista dell’imminente sessione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, si ritrova ulteriori critiche a causa dei precedenti di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, e a causa del mancato adempimento delle responsabilità assunte.

Questa, dunque, potrebbe essere una strategia adottata dal governo cingalese volta a conquistare l’appoggio russo durante le sessioni di UNHRC?

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