Diritti Umani | Genocidio

Sri Lanka: 12.3 % del bilancio statale all’esercito

Il Ministero delle Finanze dello Sri Lanka ha presentato il suo disegno di legge per la spesa dei fondi governativi per l’anno 2022. Questo prevede lo stanziamento più grande assegnato al Ministero della Difesa. Dei fondi stanziati circa 308 miliardi di rupie sono stati assegnati all’esercito, alla marina e all’aeronautica dello Sri Lanka. Tale importo rappresenta un aumento dell’1.74% rispetto alla precedente somma con un bilancio governativo totale pari a 2.5 trilioni di rupie. Rispetto a nazioni simili, lo Sri Lanka sta spendendo una cifra eccessiva per le sue forze armate, ovvero l’1.93% del suo PIL. Una percentuale maggiore rispetto a stati come Giappone, Svezia, Bangladesh, Germania e Cina.

La continua militarizzazione dell’isola da parte del Governo di Colombo è rivolta ad occupare i territori Tamil, infatti su 20 divisioni dell’esercito, 18 sono dispiegate in presidio nel nord-est.

Bisogna inoltre ricordare che lo Sri Lanka sta affrontando una grave crisi economico-alimentare con un aumento pari al 37% dei prezzi dei prodotti di base. Il disegno di legge arriva mentre lo Sri Lanka affronta un crescente controllo da parte della Comunità Internazionale sulla militarizzazione dell’isola.

Durante la 48esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite Michelle Bachelet, ha criticato “l’impatto corrosivo” della militarizzazione evidenziando il deterioramento dei diritti umani fondamentali, dello spazio civico, delle istituzioni democratiche, della coesione sociale e dello sviluppo sostenibile. Il personale militare è cresciuto nel corso degli anni.

Dati WorldBank

Secondo la World Bank, a partire dal 2018 il personale militare dello Sri Lanka in rapporto con la popolazione è secondo solo a Israele, 1,46% rispetto al 2,00%.

Il settimanale d’informazione politico-economica, The Economist, afferma che l’ascesa alla presidenza di Gotabaya Rajapaksa si è basata sul sostegno di ex ufficiali e soldati. Dopo la fine del conflitto armato nel 2009, l’esercito e l’intelligence hanno assunto un ruolo sempre più importante nella vita pubblica dello Sri Lanka. Come scrive l’economista Kanishka Jayasurya della Murdoch University in Australia, vi è una tendenza eccessiva da parte dei militari ad influenzare la sfera pubblica. I generali militari infatti assumono diversi ruoli civili come incaricati delle dogane, delle autorità portuali, dello sviluppo e dell’agricoltura.

L’Economist mette inoltre in dubbio la risposta dello Sri Lanka alla pandemia del coronavirus affermando che un assiduo controllo militare delle aree di quarantena è sicuramente eccessiva. Shavendra Silva, comandante della 58esima divisione dell’esercito dello Sri Lanka che ebbe un ruolo attivo nelle fasi finali del conflitto armato ed accusato di crimini di guerra, è a capo della task force per la gestione dell’emergenza Coronavirus.

Questa manovra finanziaria è un chiaro indicatore dell’intenzione dello Sri Lanka di continuare alla militarizzazione e occupazione dei territori Tamil nel nord-est.

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