Sri Lanka criticato per la negazione dei diritti democratici
Frustrati dalle interruzioni di corrente e dalla carenza dei beni di prima necessità, come conseguenza dell’aggravarsi della crisi economica dell’isola, centinaia di persone stanno ormai da settimane protestando contro il governo. La risposta del presidente Gotabaya Rajapaksa è stata l’imposizione di un rigoroso coprifuoco, la dichiarazione dello stato di emergenza e il ricorso delle forze governative a reprimere i manifestanti. Tali scelte sono state severamente criticate dalle organizzazioni per i diritti umani e dall’Unione Europea.
Amnesty International, organizzazione internazionale non governativa impegnata nella difesa dei diritti umani, ha invitato le autorità dello Sri Lanka a “non usare forza eccessiva per disperdere i manifestanti”, in riferimento all’assalto avvenuto presso la residenza del Presidente Gotabaya.
Yamini Mishra, direttore di Amnesty International per l’Asia Meridionale, ha dichiarato:
“Le autorità dello Sri Lanka devono astenersi dall’arrestare persone per aver esercitato il loro diritto a protestare pacificamente e seguire le garanzie del giusto processo come l’accesso tempestivo a un consulente legale. Siamo molto preoccupati per le violazioni dei diritti umani attualmente in corso in Sri Lanka poiché le autorità stanno usando la forza abusiva e le restrizioni ai movimenti nel tentativo di reprimere il dissenso”.
Infatti quando il numero dei manifestanti ha iniziato ad aumentare, la famigerata Special Task Force dello Sri Lanka (STF) è stata schierata insieme a un aumento del personale di polizia. La STF è stata inviata con i manganelli sguainati per disperdere i migliaia di manifestanti. Oltre a questa escalation di violenza da parte dello stato dello Sri Lanka, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua sono stati usati contro la folla senza preavviso. Le forze statali inizialmente avevano pensato di aver disperso la folla ma, irritati dall’escalation delle violenze, i manifestanti hanno iniziato a reagire lanciando pietre contro i furgoni della polizia.
Rispondendo alle proteste contro l’amministrazione Rajapaksa e la terribile situazione economica in Sri Lanka, l’ambasciatore americano in Sri Lanka, Julie Chung, ha difeso il diritto di protestare tramite un Tweet pubblicato nel suo profilo il 4 Aprile. L’agente diplomatico Chung ha inoltre dichiarato che la protesta pacifica è essenziale per una “espressione democratica”.
“I cittadini dello Sri Lanka hanno il diritto di protestare pacificamente – essenziale per l’espressione democratica. Sto osservando la situazione da vicino e spero che i prossimi giorni portino moderazione da tutte le parti, così come la tanto necessaria stabilità economica e il sollievo per coloro che soffrono”.
La sua dichiarazione arriva mentre la polizia dello Sri Lanka ha imposto un rigido coprifuoco in alcune parti di Colombo e ha chiamato l’esercito per reprimere i dissidenti. Il presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, ha condannato i manifestanti come “estremisti”, mentre un altro ministro del governo ha affermato che dietro la manifestazione ci sono “terroristi”.
In risposta allo stato di emergenza dello Sri Lanka che ha causato massicce proteste al di fuori della residenza del Presidente Gotabaya, anche l’Unione Europea ha espresso preoccupazione e sottolineato la necessità di rispettare i diritti democratici.