Il processo genocida perpetrato dal Governo dello Sri Lanka fu caratterizzato da numerose politiche discriminatorie contro la nazione Eelam tamil come la riduzione della rappresentanza politica tamil in parlamento e l’imposizione della lingua cingalese come lingua ufficiale (Sinhala Only Act). Accanto a questi bisogna ricordare anche la politica di standardizzazione del 1971 approvata con l’intento di sbarrare l’accesso all’università per gli studenti Eelam tamil. 

Di che cosa si tratta?

Nel 1971 i requisiti di ammissione del sistema universitario dello Sri Lanka vennero drasticamente modificati con l’introduzione della “politica di standardizzazione”. Gli studenti tamil furono infatti costretti ad ottenere negli esami di ammissione alle università statali un punteggio complessivo maggiore rispetto agli studenti cingalesi.

I requisiti di ammissione del 1971 erano i seguenti: 

Il consiglio dei ministri dell’epoca affermò di aver introdotto questi adattamenti nel sistema universitario nel tentativo di rendere la popolazione studentesca proporzionale alla popolazione dell’isola. 

La popolazione tamil dipendeva molto dall’occupazione statale e l’istruzione universitaria rappresentava un collegamento diretto con questo genere di occupazione. Questa politica combinata alla legge “Sinhala Onlz Act”, legge approvata nel 1956 che rese come unica lingua ufficiale il cingalese, ridusse radicalmente alla popolazione tamil la possibilità di garantirsi un posto di lavoro ed incrementò il tasso di disoccupazione.

Senza dubbio era una politica esplicitamente discriminatoria nei confronti degli studenti tamil. La politica di standardizzazione ebbe un impatto diretto sui giovani tamil, i quali protestarono con l’obiettivo di rivendicare i propri diritti.